L’ultimo giorno non è stato da meno degli altri. Smontate le tende e caricato tutto in macchina siamo partiti. Attraversato il confine sloveno avevamo appuntamento con Zvonko Samsa che ci ha accompagnato in una brevevisita della grotta Planina Jama.
Questa cavità ha uno sviluppo totale di 6 km circa e al suo interno vi confluiscono due fiumi, il Pika e il Rak. Per visitarla tutta ci sarebbero volute molte ore e superate le passerelle avremmo dovuto servirci di un canotto. La guida ci ha portato fin dove si poteva proseguire a piedi ed anche qui abbiamo visto il Proteo che nuotava in una vasca di vetro.
Lungo la strada ci siamo fermati al Castello di Predjama, costruito all’ingresso di una grotta nel mezzo della parete a strapiombo. Per il gran finale ci siamo riservati Le Grotte Di San Canziano in Slovenia.
Questi sono luoghi caratteristici del Carso: nel 1981 sono diventate area protetta e nel 1986 sono state dichiarate patrimonio mondiale dell’Unesco. Stanchi ma elettrizzati ci siamo avviati insieme ad un gruppo di turisti in questi maestosi ambienti ricchi di concrezioni antichissime ed altissime, un continuo susseguirsi di stupore e meraviglia. Seguendo la passerella ci si ritrova a guardare un canyon complessivamente lungo 4 chilometri che ospita le piene del fiume Reka. Normalmente il flusso medio è di 8,95 metri cubi al secondo ma in piene eccezionali raggiunge anche i 387 metri cubi al secondo. Una potenza stratosferica. Ad un certo punto si attraversa il canyon sotterraneo su di un ponte a 47 metri sopra il fiume Reka. L’uscita è una enorme galleria che si affaccia sul fondo della Velika Dolina profonda fino a 165 metri. Risalendo 500 scalini scavati nella roccia torniamo all’ingresso godendo del panorama dal Belvedere. Troviamo il tempo per affacciarci sulla Kakna Jama o Abisso dei Serpenti, un pozzo profondo 214 metri, esplorato per la prima volta nel 1889 da Gregor Ziberna, e che raggiunge anch’esso il fiume Timavo. Un concentrato di emozioni, posti spettacolari, storie antiche e dal sapore di avventura, nuovi amici, cibo e birra da paura. Un viaggio per respirare i luoghi dove sono passati speleologi che hanno fatto la storia, raggiungendo mete ambite per una vita intera e che continuano a cercare, nuove sfide, nuove meraviglie nascoste sotto inostri piedi. Guidati dalla curiosità e dalla determinazione. Per se stessi, per il proprio gruppo speleologico ma anche per la scienza e l’umanità intera. Nel sottosuolo è nascosta una quantità di acqua inimmaginabile, lungo chilometri e chilometri di gallerie c’è acqua pulita, necessaria per la nostra sopravvivenza. Ci sono anfibi, insetti e batteri da studiare ma soprattutto nel fondo delle grotte puoi trovare le risposte. Puoi studiare la formazione degli ambienti per risalire alla storia del luogo ma se ti siedi a pensare trovi anche il perché ti sei spinto fin là. Ti senti piccolo piccolo davanti a tutto quello spettacolo ma, quando torni in superficie, l’anima è carica e le forze a zero e ti senti grande per aver avuto la fortuna di esserci stato. L.S.